Spesso la gente si avvicina all’SM con nient’altro in testa se non stereotipi negativi. Lo schiavo privo di volontà propria dominato dal prepotente, incurante padrone. Il pervertito a cui piace essere picchiato perché pensa di non meritare altro. Queste immagini, cariche di negative connotazioni di abuso, non riflettono la realtà dell’SM consensuale.

Primo: è vero che chi è dentro l’SM ha subito violenze da piccolo? Questo è uno stereotipo comune. Sondaggi casuali tra chi scrive su a.s.b. non sembrano indicare alcuna particolare regolarità di abusi e ci sono state pochissime, se ce ne sono state, indagini scientifiche in proposito. Alcuni notano una correlazione in crescita, ma esistono ben poche prove. Questo stereotipo è generalmente solo considerato vero, come un segno dell’intrinseca negatività dell’SM. “Ah, certo, chiunque ami questa roba deve aver avuto dei bei problemi da piccolo”; analoghe conclusioni sono state tratte sull’omosessualità. (A titolo di cronaca, personalmente non ho subito abusi da bambino e ne sono contento. Sono comunque molto coinvolto in vari aspetti dell’SM e anche di questo sono contento). In realtà, nessuno sembra avere alcuna idea sul perché a certe persone piacciano i comportamenti o le fantasie SM e ad altri no. Proprio come nessuno sa veramente cosa determini l’inclinazione sessuale o i gusti estetici o molte altre cose legate alla sessualità umana. La nozione di sessualità “normale” è ampiamente superata…la varietà che si riscontra è incredibile.

Quando si prendono davvero in considerazione le persone dentro l’SM e quello che fanno, ci si rende conto che quello che succede è fondamentalmente una potente espressione d’amore che si estende su mondi sensuali fuori dall’ordinario. Il vero SM è consensuale, ci si fortifica e ci si sostiene l’un l’altro; la vera degradazione è l’opposto. Qui sta la differenza, ed è veramente una differenza sostanziale.

Talvolta le discussioni su a.s.b. si incentrano su quelle (relativamente poco numerose) persone che vivono relazioni di dominazione/sottomissione a tempo pieno. Tali rapporti richiedono un approfondito esame di coscienza per determinare se entrambi i partner ne traggono beneficio ed elementi di crescita. Si dice, a volte, che questo tipo di relazione BDSM è solo un mezzo che consente al dominante di spezzare la volontà del sottomesso e perché il sottomesso (secondo il dominante, ma forse anche secondo lui/lei) non merita di meglio. (Questo è essenzialmente quello che fa un uomo che maltratta la moglie: prende il controllo della sua cosiderazione personale e la convince che le violenze sono il prezzo che deve pagare per rimanere con lui; è semplicemente ciò che si merita. E, inoltre, non ha il diritto di lamentarsi).

Questo non è un rapporto BDSM consensuale; il dominante in una tale relazione ascolta il sottomesso e ne rispetta i limiti, non cerca di distruggerne la personalità, ma piuttosto di farla crescere attraverso quello che entrambi desiderano e amano fare. Questi legami contengono quasi sempre una “clausola di rescissione” tale per cui, se il sottomesso si sente davvero degradato o abusato, può chiedere di accantonare le regole e parlare alla pari con il dominante (in altre parole un segnale di sicurezza per il rapporto). Un tale impegno di chiara comunicazione quando le cose non vanno bene (così come quando vanno bene) è il segno distintivo di una sana storia BDSM. E ogni testo che ho letto su relazioni BDSM a lungo termine sottolinea l’importanza delle questioni legate alla sicurezza emozionale (come ho detto sopra, persone che hanno problemi riguardo alla considerazione di sé dovrebbero sapere che l’SM può essere un rischio in quel senso. Certo, qualunque relazione è pericolosa per loro…)

Fare SM nell’ambito di un reciproco, consensuale legame può essere estremamente significativo. Consente di darsi al proprio partner più profondamente di quanto si possa immaginare e dare sfogo a fantasie che mai avreste pensato di realizzare. Questo tipo di espressione attiva, dinamica, può incrementare enormemente l’autostima e il benessere psicologico di entrambi. Ottenere quello che si vuole dalla propria vita sessuale può non essere una cura per tutto, ma di sicuro aiuta parecchio. Consiglio il libro «Ties that bind», citato alla fine di queste FAQ, per quelli interessati a questi aspetti. (Qualcuno considera tutto questo come ipocrisia e nega che alcuno possa mai trovare veramente beneficio dal sottomettersi ad un’altra persona che gode della sua fiducia. Posso solo dire che la mia esperienza è molto diversa, così come quella di molti miei amici e che tanti dottori riconoscono sia perfettamente possibile che in una relazione consensuale il sottomesso si trovi psicologicamente bene. Giudicate voi se siamo attendibili).

Un’altra fonte di stereotipi negativi è la semplice avversione alla sessualità in generale. I concetti di “limiti” e “negoziazione” sono intrinsecamente rivoluzionari in un mondo dove molta gente non riesce a parlare di alcunché collegato con il sesso. D’altra parte, senza capire questi concetti, è difficile comprendere l’SM. Tutti quelli che guardano l’SM per la prima volta devono forzare in una certa misura i propri pregiudizi; per alcuni è più difficile che per altri.

C’è chi si domanda come le donne dentro l’SM possano considerarsi femministe. Femminismo non significa prendere il controllo della propria sessualità e non lasciarsi sottomettere mai? Personalmente penso (come molte donne di a.s.b.) che femminismo significhi dare la possibilità alle donne di prendere le proprie decisioni, di vivere come preferiscono, senza essere limitate da idee su cosa le donne “dovrebbero” fare o “come” si dovrebbero comportare. E, sotto questa luce, poco importa se le idee costrittive sono quelle del patriarcale amministratore delegato o della “femminista radicale” che critica l’SM nella rivista “Ms.”; sia il primo che la seconda attaccano il diritto delle donne di fare come decidono.

A questo punto vorrei includere del materiale pubblicato dal comitato della Leather/Fetish Celebration riguardo l’abuso nella comunità SM. Si tratta di una lettura preziosa per tutti quelli che vogliono distinguere l’SM consensuale dalla sopraffazione; sebbene nessuna lista di domande e risposte possa sostituire l’indagine personale e la conoscenza delle persone informate, questa stimola, almeno, la riflessione (non esiste un “consentometro” per determinare se qualcuno è davvero consenziente nel comportamento SM; la cosa migliore che noi, comuni mortali, possiamo fare è giudicare le situazioni caso per caso).

“Grazie, Leonard.

La Celebration vuole informarti sulla violenza domestica nella comunità SM.

La violenza domestica non è SM consensuale. Tuttavia, esistono relazioni con abusi nella comunità leather-SM, come in tutti i gruppi. Sfortunatamente, data la nostra inclinazione sessuale, le vittime di prepotenze che praticano s/m possono subire un’ulteriore isolamento ed esitare a cercare aiuto per paura di essere respinti o di alimentare falsi stereotipi. In nessun aggregato sociale mancano maltrattamenti domestici ma la paura, il rifiuto, la mancanza di informazione hanno rallentato la risposta della gente a questo grave problema. Gli abusi domestici non sono confinati a un particolare gruppo all’interno della comunità SM. La corporatura, genere o ruolo sessuale (dominante-sottomesso, maschiaccio o donnicciola) è irrilevante; tutti ne possono essere vittima. La sopraffazione tende a essere ciclica in natura e cresce con il tempo. È un insieme sistematico di intimidazioni intenzionali con lo scopo di dominare, forzare o isolare un’altra persona senza il suo consenso. A causa della componente intimidatoria, dove ci sia prepotenza in qualsiasi aspetto della relazione, non ci può essere consensualità. Definire il problema: le domande che seguono possono aiutare a inquadrare la situazione che può avere caratteristiche fisiche, sessuali, economiche e psicologiche.

– Il vostro partner vi colpisce, soffoca o vi fa del male in altro modo fuori dalla scena? Vi ha mai legato contro la vostra volontà, chiuso a chiave in una stanza o usato contro di voi un’arma di qualunque tipo?

– Avete paura di lui/lei?

– Non sapete bene quando una scena comincia o finisce? Lo stupro e atti sessuali forzati non sono parte dell’SM consensuale. I maltrattamenti fisici non sono qualcosa su cui ci si può “accordare”; mancano la parola di sicurezza e la comprensione reciproca.

– Ha mai violato i vostri limiti?

– Vi sentite intrappolati in uno specifico ruolo di dominante o sottomesso/a?

– Il vostro partner critica costantemente le vostre azioni, usa il sesso come mezzo di controllo o vi prende in giro per i limiti che ponete?

– Vi sentite obbligati al sesso?

– Sfrutta il sesso per indurvi fare la pace dopo un episodio violento?

– Vi isola dagli amici, dalla famiglia o da particolari gruppi di persone?

– Ha mai distrutto degli oggetti o maltrattato animali?

– Ha mai mostrato violenza o minacce contro i vostri bambini?

– Vi limita la possibilità di lavorare o di usare i vostri mezzi economici? Vi ha mai rubato qualcosa o accumulato debiti?

– Voi o il vostro partner dipendete emotivamente dall’altro?

– La vostra relazione è un continuo alternarsi di periodi di grande distanza seguiti da altri di intimità?

– Lui/lei vi critica, umilia o in generale cerca di abbassare la vostra autostima?

– Utilizza le scene per esprimere o mascherare rabbia e frustrazione?

– Sentite di non poter discutere con lui/lei di ciò che non va?

Nessuno ha il diritto di tiranneggiarvi. Non dovete subire la violenza. Non siete soli; cercate contatti con altra gente che vive come voi. Ci sono motivi che possono tenervi dentro una relazione oppressiva: paura dell’altro (o sentimenti per lui/lei), mancanza di sicurezza economica o emozionale. Se rimanete, potete ancora essere aiutati. Cercate rifugi, gruppi di sostegno, assistenti, programmi anti-violenza e comitati contro le crisi vicino a voi; chiedete a un amico di aiutarvi a chiamarli. Programmatevi se dovete scappare in fretta. Rivolgetevi agli amici e alla famiglia in caso d’emergenza.

Picchiare qualcuno è un reato. Cercate i vostri diritti e possibilità d’azione. Potete fare in modo che il tribunale ordini all’altra persona di smetterla con i maltrattamenti con un “Ordine di protezione” (Order for Protection) o un'”Ingiunzione di cessazione delle molestie” (Harassment Restraining Order). Non avete nemmeno bisogno di un avvocato.

Possiamo ridurre la violenza domestica: essa esiste nella comunità SM-leather-fetish. Possiamo assicurare che ascolteremo quelli che avranno il coraggio di parlare. Rendiamoci conto che uscire dalla relazione non è facile. Lasciamo che le persone facciano le loro scelte. Teniamo segrete tutte le informazioni. Incoraggiamo le persone in difficoltà a prendere iniziative legali e a cercare sostegno. Aiutiamole a trovare alloggi sicuri e assistenza legale. Consideriamo sempre chi maltratta responsabile ed esortiamolo a cercare cure adeguate. Non è vero che alcol e droghe possono giustificare la violenza. Cerchiamo di fare cambiare il loro comportamento.

I gruppi SM-leather nella nostra comunità sono fondamentali nella lotta a questo tipo di violenza. Invitate persone esperte; conducete delle discussioni; stampate una lista per i vostri membri con l’elenco dei centri dedicati ai problemi dell’SM. Informate correttamente i vostri servizi sociali e legali sul nostro stile di vita; incoraggiate il loro intervento, dove opportuno. Safe Link è un centro di raccolta di materiale e domande sulla violenza domestica, pensato espressamente per chi abbraccia la sessualità SM-leather-fetish. Offre una serie di conferenze e attualmente sta stilando una lista di relatori, centri e dottori che possono aiutare, oltre che informazioni sull’interpretazione e l’uso della legge. Scrivete a:

Safe Link c/o the Domestic Violence Education Project,

National Leather Association, 548 Castro Street #444, San Francisco,

CA 94114; o chiamate la NLA al 415/863-2444 o scrivete a nlaintl@netcom.com”

Reso pubblico da ixion@dorsai.dorsai.org, dal programma dell'”Int’l S/M-Leather-Fetish Celebration”; testo fornito da Jan Hall. La “Celebration” autorizza e incoraggia espressamente la riproduzione e ridistribuzione delle informazioni qui contenute.